Il Corriere della Sera ci regala un giornalismo d’inchiesta d’altri tempi

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Il Corriere della Sera decide di darci una lezione di giornalismo d’inchiesta, con un articolo leggermente di parte:

Uber: nel giorno dello sciopero bus
alla fine la corsa viene addebitata

ROMA – La promozione è allettante: una corsa gratuita nel giorno dello sciopero dei trasporti pubblici. A offrirla è Uber, la contestata multinazionale americana di trasporto automobilistico privato, che ha approfittato della giornata di protesta indetta dall’Unione Sindacale di Base, per rilanciare la sfida ai taxi.L’iniziativa è riservata solo ai nuovi utenti del servizi. Ma funzionerà? Il Corriere lo ha provato.

Ho sottolineato contestata (da chi?), ma diciamo che è il paragrafo introduttivo, andiamo avanti e soprassediamo. Sarà una svista… non voglio pensare che l’articolo sia in malafede.

La procedura complessa

Prima di tutto occorre di essere dotati di uno smartphone, scaricare l’app e fare l’iscrizione allegando i dati di una carta di credito. Scelgo una prepagata Mastercard che ha su soltanto 8,26 euro. L’operazione richiede una decina di minuti ma possono esserci degli imprevisti. Io, per esempio, ho dovuto chiamare in soccorso mio marito perché non trovavo più l’app. Seleziono il mio autista: un tale Alessandro, alla guida di una mercedes nera, promette di arrivare in nove minuti. Prendo la corsa e lo aspetto sotto casa, nel quartiere Trieste, con il biglietto dell’autobus in mano. A questo punto dovrei inserire il codice promozionale «bigliettomezzi» ma l’app non me lo chiede e non capisco dove andrebbe digitato. Decido di aspettare. L’attesa è lunga. Nel frattempo, penso, avrei potuto prendere almeno quattro taxi.

“La procedura complessa
Prima di tutto occorre di essere dotati di uno smartphone, scaricare l’app e fare l’iscrizione allegando i dati di una carta di credito”

Fatemi capire… la procedura è complessa perché devo avere uno smartphone? Oppure perché devo addirittura scaricare un’app? o, crisi esistenziale, devo “allegare” (allegare? qui stiamo facendo un po’ di confusione con gli allegati delle e-mail) una carta di credito? Considerando che anche il Corriere della Sera ha un’app e che per utilizzarla devo avere uno smartphone, scaricarla e (lupus in fabula) se mi voglio abbonare devo inserire i dati di una carta di credito… ne deduco che anche fruire l’app del Corriere della Sera sia una procedura complessa.

“che ha su
Dopo aver “allegato” la carta di credito “che ha su” solo 8 euro… manca solo “scendi il cane che lo piscio”.

ma possono esserci degli imprevisti
L’operazione richiede 10 minuti, ok, è andata bene, ok, ma possono esserci degli imprevisti. Quindi prendere l’aereo è sicuro, ma possono esserci degli imprevisti. Prelevare al bancomat porta via circa 10 minuti, ma possono esserci degli imprevisti (es. non mi restituisce la carta di credito o addirittura è presente uno skimmer). Seguendo questa linea di pensiero qualsiasi cosa facciamo può presentare degli imprevisti (anche andare a pisciare, metti che inciampo…). Di solito uno si basa sulla “normalità” della procedura. Che è andata a buon fine, come alla giornalista e a milioni di altre persone. Ma è andata a buon fine con possibili imprevisti (che poi non si sa quali siano).

ho dovuto chiamare in soccorso mio marito perché non trovavo più l’app
La richiesta di aiuto al marito (anni di lotte sociali sulla parità tra uomo e donna distrutte in pochi caratteri) siamo sicuri dipenda da Uber?
Forse prima di provare a utilizzare Uber bisognerebbe imparare a usare uno Smartphone.

con il biglietto dell’autobus in mano
“Con il biglietto dell’autobus in mano”? Tell me.. why? Cerco di dare una spiegazione logica a questa affermazione, ma non ci riesco.

“Non capisco dove andrebbe digitato”
Vedi la nota sull’aver chiesto aiuto al marito.

“Nel frattempo, penso, avrei potuto prendere almeno quattro taxi.
E’ risaputo, infatti, che il traffico a Roma non colpisce i taxi, che possono volare. Infatti non capita mai di chiamare un taxi, sentirsi dire “10 minuti di attesa” e aspettarne 40. Mai, eh… volano, anzi, si teletrasportano.

La macchina «scolorita»

Alla fine Alessandro arriva. E qui c’è la prima sorpresa: la vettura è grigia. «Scusi ma non doveva essere nera?» chiedo. «Già – risponde lui scherzoso -, si è scolorita». Chiedo lumi sulla promozione ma il conducente è incerto: «Sì ci è arrivata una email – dice – ma non conosco la procedura. Ha digitato il codice quando mi ha chiamato?». «No – rispondo – pensavo di doverlo fare una volta salita in macchina». Lui si attacca al telefono, senza auricolare. Parla con un certo Michele che gli dice che non c’è problema, che casomai mando dopo una email.

“E qui c’è la prima sorpresa: la vettura è grigia”
E quindi?

“Lui si attacca al telefono, senza auricolare
Come se alcuni taxisti, a Roma, non si comportino nello stesso modo… non è la categoria, il problema, ma la persona.

La rivalità con i taxi

Il viaggio prosegue. L’autista mi racconta che è iscritto a Uber da poco e che i clienti sono soprattutto turisti. Mi dice che, essendo un noleggio, non potrebbe prendere corse come la mia perché ogni volta dovrebbe tornare nell’autorimessa. «Ma la colpa di quanto sta accadendo è dei tassisti – si sfoga mentre percorriamo le corsie preferenziali come se fossimo un taxi -, se fossero stati più gentili, se non avessero truffato tanti turisti magari non ci sarebbero così tante persone disposte ad usare Uber»

Nulla da dichiarare in merito, anche se più che un utente Uber mi sembra un coglione… con tutti i controlli a tappeto che sta facendo la Municipale, tu racconti a una sconosciuta che non sei partito dall’autorimessa? E’ talmente assurdo che forse è vero.
Per quanto riguarda la corsia riservata ai taxi, quello è un problema dei romani, non degli autisti Uber.

Il conto salato

Arrivati a piazza Colonna ho un momento di panico perché il mio telefonino è quasi scarico. Riuscirò a digitare il famoso codice promozionale? Il conducente preme sul suo smartphone «fine corsa», mi dà una ricevuta di 12 euro (più di quanto avrei pagato con il taxi) mentre io armeggio sull’app e scrivo la parola magica: «bigliettomezzi». Funzionerà? Scendo dall’automobile senza esserne certa. Qualche ora dopo apprendo via email che la corsa mi è stata addebitata perché non ho rispettato le procedure. Addio Uber. Non so quanti nuovi iscritti hai guadagnato con questa trovata visto che allo sciopero, secondo l’Atac, ha aderito solo il 7,1% del personale. Ma una cosa è certa: io la prossima volta prendo il taxi.

“ho un momento di panico perché il mio telefonino è quasi scarico”
Anche io, quando vado a pagare il conto al ristorante, ho spesso dei momenti di panico perché il mio portafoglio è quasi vuoto. Ma la colpa è del ristoratore o mia che non mi sono preoccupato di ricaricare il portafoglio?

“mi dà una ricevuta di 12 euro (più di quanto avrei pagato con il taxi)”
Non so che taxi prenda la giornalista, ma presumendo che sia partita da Piazza Buenos Aires (una zona a caso del quartiere Trieste) verso Piazza Colonna, sono 5Km di strada. Non posso sapere quanto costerebbe quella tratta, ma posso dirvi che da Termini ai Parioli (5,5Km), di sera (quindi senza traffico), un taxi ti spenna poco meno di 20 euro. E se vogliamo proprio fare i pignoli… Il diritto fisso di chiamata da radiotaxi è pari a € 3,50, la quota fissa di partenza nei giorni feriali (dalle ore 6:00 alle ore 22:00) è pari a € 3,00, poi bisogna aggiungere 1,10 €/km (5,50€). Solo con queste spese siamo a 12,00€, alle quali bisogna aggiungere lo scatto a tempo applicabile per velocità inferiore a 20 km/h pari a 27,00 euro l’ora (con scatti di 10 centesimi). Complimenti per il calcolo accuratissimo.

“io la prossima volta prendo il taxi”
I periodi conclusivi dell’articolo sono il massimo. Qui ci siamo superati. Signora giornalista, se Uber facesse schifo, non ci sarebbero flotte di taxisti incazzati neri, perché chiunque lo provasse, tornerebbe di corsa al taxi. Invece la gente lo prova, ne rimane entusiasta, e non lo molla più. Purtroppo, e qui spezzo una lancia in suo favore, i problemi tecnici della mobilità 2.0 sono risaputi (e non riguardano solo Uber, ma anche Blablacar, Enjoy, Car2Go, ecc.): problemi che derivano da una piattaforma tecnologica acerba. Dopotutto lo ha detto anche lei, possono esserci degli imprevisti.

P.s. per la cronaca non ho mai utilizzato Uber, ma ne sento parlare talmente bene che ho già pronta l’app per quando avrò bisogno di un “taxi”.

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