Voglio ricordarlo così, a Opera, fermata della metro numero 2 di Madrid, prima che qualcuno me lo portasse via. Il mio, ormai fu, Samsung Galaxy S24 Ultra… neanche un anno di vita, rubato da chissà quale genio del male. E la cosa che più mi fa incazzare non è la spesa del telefono (i soldi vanno e vengono), ma le rotture di maroni connesse. Corse avanti e indietro per cercarlo, corse in aeroporto, corse in polizia, denuncia, blocco schede, duplicati, dati persi (per fortuna backuppo, ma non proprio tutto ogni giorno), senza internet in un paese straniero, senza autenticazione a due fattori, senza possibilità di accedere a qualsiasi piattaforma, con l’ansia che i miei dati siano comunque in qualche modo compromessi.
A te, essere immondo che mi hai fottuto il cellulare, ti vorrei tanto chiedere come caxxo hai fatto a far sparire il mio Samsung, oltre che dalla mia tasca, da qualsiasi rete, senza però far vibrare il mio orologio, che si è accorto che il cellulare non era più connesso solo quando ho attivato la funzione “trova il mio dispositivo”.
Forse un giorno lo capirò…